ITACA e L’accreditamento degli Organismi di Ispezione

Accredia e ITACA i loghi

Mentre ITACA acquisisce un importante tassello per il suo riconoscimento come protocollo di certificazione energetico ambientale, noi in Friuli abbiamo appena festeggiato i 500 giorni dalla scadenza dell’approvazione del protocollo completo della VEA.

Dal comunicato stampa emesso congiuntamente da ACCREDIA e da ITACA il 30 luglio 2013 si legge:

È stato approvato da ACCREDIA il Regolamento Tecnico RT-33 recante “Prescrizioni per l’accreditamento degli Organismi di Ispezione di tipo A, B e C ai sensi della norma UNI CEI EN ISO/IEC 17020 in conformità al Protocollo ITACA”.

Il Regolamento dà attuazione all’intesa – sottoscritta da ACCREDIA e ITACA con l’avallo della CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME – per la promozione delle certificazioni, rilasciate sotto accreditamento, che contribuiscono ad implementare le politiche regionali per la sostenibilità ambientale degli edifici.

L’evoluzione della normativa relativa alla qualità delle nuove costruzioni e la maggiore sensibilità verso un’edilizia sostenibile hanno generato una crescente richiesta di garanzia sulle prestazioni degli edifici, ottenibile anche attraverso il controllo dei consumi energetici e dei materiali impiegati, così come delle emissioni in atmosfera e della gestione dei rifiuti.

Il Regolamento Tecnico, che definisce un sistema di ispezione, coordinato ed integrato sia con i sistemi di certificazione regionali, già attivi sul territorio e basati proprio sul Protocollo ITACA, sia con il sistema di normazione tecnica (UNI e CEN), è stato elaborato da un apposito Gruppo di lavoro coordinato da ACCREDIA ed ITACA.

Il Regolamento prevede, tra l’altro, la creazione di un Registro pubblico nazionale per monitorare l’intero processo di certificazione e tracciare i certificati con un apposito codice identificativo, che permetterà anche di mappare tutti gli interventi realizzati con il Protocollo ITACA sull’intero territorio nazionale.

Non ho ancora capito bene qual’è la politica della Regione Friuli Venezia Giulia sul tema della Certificazione Energetica ed Ambientale, a suo tempo in maniera intelligente  aveva allineato il suo protocollo VEA ai criteri presenti in ITACA, ma ora sembra tutto fermo.

Il mio studio ha cercato comunque di anticipare i tempi ed è in grado, già da ora, di offrire consulenze su tutti i protocolli ITACA, dal residenziale, agli uffici, al commerciale, all’industriale e alle scuole. Abbiamo infatti ottenuto da Iisbe Italia la qualifica di Esperto ITACA Avanzato. La conferma la potete trovare a questa pagina.

Siamo quindi pronti a ricevere le vostre richieste e vi aspettiamo nei nostri uffici.

 

 

VEA battuta dal leone 10 a 100, povera ARES

VEA e ARES a rischio.

In questi giorni la politica regionale è impegnata in Consiglio Regionale per l’approvazione del Disegno di legge n. 226 “Disposizione per la formazione del bilancio pluriennale ed annuale della Regione Friuli Venezia Giulia (Legge Finanziaria 2013).”. Curiosando fra i capitoli di spesa ho scoperto che sono stati previsti stanziamenti di € 20.000,00.- per i Centri Regionali di recupero di animali esotici pericolosi, altre € 10.000,00.- per la sterilizzazione di colonie feline e altri € 40.000,00.- per contributi ai Comuni per sterilizzazione di altri animali ed ovviamente € 30.000,00.- per corsi di formazione per volontari delle associazioni ed enti per la tutela degli animali.

Bravi, ottimo! E mi son detto, per l’edilizia sostenibile quanto avranno stanziato? E per le attività di controllo delle Certificazioni Energetiche ed Ambientali della nostra amata VEA quanto sarà messo a disposizione?

Per l’ARES L’Agenzia Regionale per l’Edilizia Sostenibile, la legge finanziaria prevede per il 2013 di togliere € 20.000,00.- dalle spese di investimento e sempre per il funzionamento dell’ARES ben € 10.000,00.- a disposizione.

Da tutto questo capisco che in Friuli Venezia Giulia il problema ambientale degli animali esotici pericolosi è molto sentito, mentre la riduzione della CO2 e la Certificazione Energetica ed Ambientale VEA un po’ meno.

Quindi leone batte ARES 100 a 10.

Autodichiarazione Classe G è tolta, le Regioni si sono mosse sui controlli, e il Friuli Venezia Giulia?

Con l’eliminazione dell’Autodichiarazione Classe G, l’importanza di una corretta certificazione energetica fa un passo avanti, altre Regioni si sono mosse e il Friuli Venezia Giulia?

Il 28/12/2012 entra in vigore il decreto interministeriale introduce alcune modifiche alle linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici, contenute nel D.M. 26/06/2009, ed in particolare viene abrogato il Paragrafo 9 dell’Allegato A del citato D.M. 26/06/2009, il quale consentiva alla signora Maria, proprietaria di un edificio, di diventare improvvisamente un Certificatore Energetico potendo dichiarare attraverso una “Autodichiarazione Classe G” che il proprio edificio ha la classe energetica più bassa la G e che i costi per la gestione energetica dell’edificio sono molto alti. Facendo questo si poteva superare la necessità di dotare il proprio edificio di un regolare Attestato di Certificazione Energetica, l’ACE.
Ricordo che la Commissione europea, nell’ambito della procedura di infrazione 2006/2378, aveva espresso il proprio parere negativo all’uso dell’Autodichiarazione Classe G e rischiavamo una condanna per attuazione incompleta e non conforme della direttiva 2002/91/CE.

Questa autocertificazione di fatto contribuiva a ritenere la Certificazione Energetica degli edifici, l’ulteriore inutile carta e non invece uno strumento più che valido per valutare la bontà di un acquisto, nei confronti dello stato di fatto e soprattutto nelle possibilità di valutare i possibili miglioramenti e quanto questi siano vantaggiosi rispetto ai consumi ed ai costi da sostenere.

Ora però guardandomi in giro e confrontando la mia Regione Friuli Venezia Giulia con altre regioni Italiane, trovo che per rendere la Certificazione Energetica una certificazione di qualità e di valore, la strada dei nostri politici è in salita e forse siamo in terribile ritardo.

Per esempio il Piemonte, ha definito le sanzioni riguardanti l’attività di certificazione energetica degli edifici. In particolare è prevista la sospensione dall’elenco dei certificatori il professionista che ha rilasciato in un anno almeno 10 attestati di certificazione energetica indicanti un’errata classificazione energetica.  Simpaticamente è rispedito a scuola e la sua sospensione dura fino al superamento del corso di formazione. Ovviamente in Piemonte non è sufficiente fare i bravi da oggi, ma le sanzioni valgono anche per le certificazioni già emesse. Penso a quelle certificazioni fatte pagare € 50,00.

Se passiamo nella regione della nostra Capitale il Lazio, leggo nel regolamento per il Sistema per la certificazione di sostenibilità energetico, ambientale degli interventi di bioedilizia e per l’accreditamento dei soggetti abilitati al rilascio del certificato di sostenibilità energetico, ambientale, che nel caso di rilascio di certificazioni irregolari, i certificatori decadono dall’accreditamento e, qualora iscritti ad albi, la Regione ne segnala l’operato al rispettivo ordine o collegio professionale.

Trascuro di guardare in casa della Lombardia, ma trovo un interessante spunto in regione Emilia Romagna, dove i certificatori devono dichiarare i requisiti di carattere organizzativo, gestionale ed operativo. Che si intendono soddisfatti nel caso per esempio di applicazione di un sistema di gestione per la qualità, rilasciato da un Organismo di Certificazione accreditato da Accredia.

Quando la nostra Regione Friuli Venezia Giulia emetterà un suo regolamento sui controlli e definirà le relative sanzioni?